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Due
anni fa nella piazza di Amendolea un avvenimento per nulla comune dalle nostre
parti fu per chi lo visse il segno e il sostegno di una svolta. Fu l’auspicio
di un sol dell’avvenir che i presenti videro sorgere comodamente e pacatamente
assisi su sedie disposte a circolo, mentre si impegnavano in un’assemblea pubblica
dalla quale erano stati banditi microfoni, cattedre e pulpiti. Nasceva dallo
stesso bisogno di comunità, di bellezza, di giustizia, di pace, di tutela
dell’ambiente e dei beni collettivi espresso oggi diffusamente nel martoriato
orbe terracqueo da coloro che vorrebbero chiudere la stalla prima che fuggano
tutti i buoi. La chiamammo con la glossa palea Ismìa jà tì zoi (Insieme per la vita), perché la preoccupazione e
la speranza passeggiavano a braccetto nei nostri cuori, e fu diffuso, per
annunciarne lo svolgimento, un appello alla popolazione di cui vale la pena
riportare qualche passo:
È tempo che tutti i luoghi e le
comunità della terra riprendano in mano il loro destino, affidato negli ultimi
due secoli al forsennato e devastante produttivismo dell’economia industriale,
la cui parabola volge al termine mentre distribuisce ancora micidiali colpi di
coda. Siamo chiamati dalla storia ad adottare stili di vita meno distruttivi,
ispirati dall’amore per i territori che abitiamo e dal senso di responsabilità
nei confronti dell’ambiente e del paesaggio. Questioni così importanti per la
collettività vanno affrontate collettivamente, tentando di ricostruire una
socialità “fisica” e intensa nelle piazze, nelle strade dei paesi e nelle
campagne.
Da allora in poi, prima
dell’Ultima
spiaggia di cui intendiamo qui dare conto,una vocazione assembleare
legata a temi ambientali fece capolino in ogni iniziativa delle associazioni attive
nel territorio. Possiamo ricordare ora alla rinfusa, senza pretesa di
esaustività, la presentazione del restauro di una parte dell’antico sentiero di collegamento tra
Gallicianò e Bova realizzato dalla Cooperativa “Tutela dell’Aspromonte” (Gallicianò, 18 ottobre 2015);
l’incontro del 1° maggio 2016 “Terra
lavoro e libertà” organizzato dal Gruppo Archeologico “Valle dell’Amendolea”
con l’associazione Equosud (Fiumara
Amendolea presso l’agriturismo “Zio Nino”); la presentazione della “Carta Archeologica del comune di
Condofuri” nell’ambito della manifestazione “Territorio Saperi & Sapori” promossa anche questa dal Gruppo Archeologico
“Valle dell’Amendolea” (Ex Scuola
Elementare di Amendolea, Condofuri il 14 settembre 2016); il conferimento della cittadinanza onoraria al
Professore Domenico Minuto (San
Lorenzo, 28 giugno 2015); la presentazione della mostra fotografica di Carlo Mangiola curata dal Circolo del Cinema
“Il Pettirosso” (San Lorenzo,14 luglio
2016); “Un altro Mediterraneo è
possibile”, manifestazione organizzata dal Gruppo Archeologico “Valle dell’Amendolea”
ancora in collaborazione con Equosud durante la quale un denso dibattito seguì
la proiezione del film “Un sogno a Gaza”
di Franca Marini (Amendolea, agriturismo “Il bergamotto”, 11 luglio 2016).
Questa lenta e
frammentaria elaborazione collettiva, affiorata tra le contraddizioni della
nostra realtà, questi conati di protagonismo sociale, culturale e politico nel
segno della riappropriazione del territorio dopo decenni di sfiducia, clientelismo,
cura d’interessi particolari e disprezzo di quelli generali, decisioni assunte
nelle segrete stanze e imposte dall’alto, hanno gettato le basi per l’Ultima
spiaggia del 1 ottobre 2016,
senz’altro il momento finora più importante della costruzione democratica in
corso, un’assemblea cittadina indetta per discutere su una prossima decisione
amministrativa, svoltasi in un’ atmosfera di intensa e civile socialità, sulle
ali di un’apertura culturale che ha coniugato particolare e generale, presente
e futuro, locale e globale. Come ha commentato il prof. Ziparo Una valenza importante che hanno le
iniziative come quella di stasera è che alzano il livello culturale di tutto,ci
riportano a parlare tra di noi non solo di ambiente e di paesaggio. Perché
quello che ci andiamo a beccare tra mezz’ora quando accendiamo anche purtroppo
Rai 3 ce lo porta indietro di cinquant’anni e lo abbassa molto, a livello di
commercializzazione del tutto.
Mettiamo ora a
disposizione di tutti la documentazione audiovisiva prodotta da qualche
volenteroso, a tratti boicottato da un leggero vento che spernacchia nei
microfoni, perché ci sembra opportuno contagiare il gusto assembleare che ormai
abbiamo preso, così centrali a carbone, mortifere trivelle, ponti sullo
Stretto, montagne e marine consacrate all’automobilismo, foreste di pale
eoliche sostitutive degli alberi avranno sempre più vita difficile.
Ringraziamo ancora il
gruppo dei "Quaderni del Sud - Quaderni Calabresi", del "Forum delle Associazioni Vibonesi", del "Circolo Territoriale di Unione Mediterranea" per il messaggio affettuoso e dichiariamo di
sentire il medesimo loro bisogno di stabile collegamento tra associazioni
animate da desideri e punti di vista comuni.